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Un campo molto recente con il 2020 come primo anno di produzione per Bastien Gautheron, un ex dipendente della viticoltura di Beaune che ha precedentemente acquisito esperienza da Olivier Leflaive. Bastien fa parte di quella generazione di giovani vignaioli che cercano di trasmettere il legame terroir-vite attraverso una vinificazione poco interventista. Il suo approccio in cantina rimane molto semplice, con macerazione e fermentazione relativamente veloci per evitare una sovraestrazione. Flessibilità e reattività grazie all'uso di piccole vasche in acciaio inox da 15 HL, raffreddate solo durante la pigiatura. Le uve vengono poi poco o per niente manipolate, con le temperature che salgono naturalmente durante la fermentazione. L'estrazione si limita a due rimontaggi prima dell'avvio della fermentazione alcolica per evitare un eccesso di ossigeno (e quindi un rischio di fermentazione troppo rapida). Il resto avviene solo per rimontaggio, uno al giorno. Tutti i vini vengono affinati in botti, le più vecchie risalgono al 2014, una parte di ogni cuvée di bianco viene affinata in botti da 350 L (del 2017) per mantenere il massimo della precisione senza snaturare i vini con il legno. I rossi sono patinati e magnificati da alcuni fusti nuovi (meno del 30% in tutti i casi), il tutto con leggere tostature. Per quanto riguarda la viticoltura, il Savigny e il 50% del Bourgogne Hautes Côtes de Beaune provengono da Bastien, le vigne sono certificate biologiche dal 2017. Le altre uve provengono da viticoltori di fiducia (principalmente amici di Bastien), in viticoltura biologica o assimilata.
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